venerdì 4 giugno 2010

Torre di Ruggiero - inizia la sottoscrizione del referendum contro la privatizzazione dell’acqua.


È iniziata a Torre di Ruggiero,la raccolta per le firme per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua,allo scopo presente un gazebo presso il santuario di Maria SS delle Grazie e presso la sede del municipio,questo dopo che il sindaco Giuseppe Pitaro,nell'ultimo consiglio comunale tenutesi presso l'antico palazzo Martelli in pieno centro storico di Torre di Ruggiero,sul punto che trattava la discussione sulla possibilità di firmare il referendum sulla privatizzazione dell'acqua, si registrava con grande e viva soddisfazione del sindaco Pino Pitaro,il voto all'unanimità sul tema quanto mai attuale della paventata ipotesi di privatizzare un bene di tutti,come l'acqua e il primo cittadino Pitaro in quella occasione ha rimarcato forte la intenzione di invitare tutte le amministrazioni calabresi ad attivarsi affinché si possa,grazie al referendum bloccare la privatizzazione dell'acqua pubblica,il sindaco Pitaro è convinto che debba essere effettiva la possibilità delle amministrazioni locali di dichiarare il servizio idrico privo di interesse economico in modo da eluderlo così dal pacchetto di servizi da liberalizzare secondo il decreto Ronchi , secondo cui vanno privatizzati gli acquedotti e i servizi idrici collegati. Secondo Pitaro,si consentirà a potenti gruppi di interesse economico di trattare l'acqua come fosse una propria merce e quindi il cittadino sarà costretto a pagare un servizio come avviene nelle gestioni pubbliche ma il bene stesso come appartenente a chi vende,la privatizzazione và bene ma non in questo caso trattandosi di bene comune,continua Pitaro che và gestito nel territorio cui appartiene dal suo sviluppo e dei suoi abitanti.
La riforma dell' acqua,voluta dal decreto Ronchi passata con 302 voti favorevoli e 263 contrari, è contenuta in particolare nell' articolo 15 del decreto legge. Articolo che da un lato ribadisce come la proprietà dell' acqua sia pubblica; dall' altra però manda in soffitta tutte le gestioni in house entro il 31 dicembre 2011 a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati.
La norma, in particolare, prevede due modalità per la gestione dell' acqua in via ordinaria ed un'altra in via straordinaria. Si stabilisce così che la gestione del servizio idrico debba essere affidato ad un soggetto privato scelto tramite gara ad evidenza pubblica oppure ad una società mista (pubblico-privato) nella quale il privato sia stato scelto con gara. Oppure, ed è il caso straordinario, la gestione del servizio idrico può essere affidata ("in casi eccezionali") in via diretta, vale a dire senza gara, ad una società privata o pubblica. In tal caso, però, si deve in primo luogo trattare di una società in house, ossia una società su cui l' ente locale esercita un controllo molto stretto; in secondo luogo, l' ente locale deve presentare una relazione all' Antitrust in cui motiva la ragione dell' affidamento senza gara. In terzo luogo, l' Antitrust deve dare il proprio parere.


Articolo e foto di Gianni Romano
 

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