domenica 20 giugno 2010

Soverato - prossima la riapertura dello stabilimento balneare “Marechiaro”.



Come l'araba fenice,il Marechiaro rinasce dalle sue ceneri.
La notte del 21 aprile di questo anno,è stata per Franco Mellace una notte insonne piena di dubbi e di risposte ancora incerte,il suo stabilimento balneare "Marechiaro"situato all'inizio del frequentato lungomare Europa,era stato a causa di un incendio violento,completamente distrutto dalla furia delle fiamme,tutto il lavoro di una vita e dei suoi 21 anni passati a disposizione della sua grande e affezionata clientela era andati completamente in fumo,del suo stabilimento balneare non restava altro che un mucchio di lamiere fumanti.Una cosa del genere avrebbe messo al tappeto chiunque,ma non il titolare Franco Mellace,già al mattino seguente era lì a rimuovere tutte le travi annerite,a buttare calcinacci e in quella mattinata fù esplicito -il Marechiaro - riaprirà a luglio.E difatti grazie ad una grande sinergia di intenti tra progettisti,impresa ed operai il nuovo stabilimento balneare di Franco Mellace è quasi pronto per la riapertura,tutto in legno nobilitato,castagno e legno lamellare ridisegnati con grandi spazi,progettato e pensato per fare turismo come sa fare il Marechiaro da ben 21 anni, diventando un must della movida soveratese,ora nuovi ed eleganti saloni,priveè,ristorante,pizzeria,pub e il bar,ma il pezzo forte del locale sarà come sempre l'angolo della musica disco,salsa e caraibica,del resto il Marechiaro è per il popolo della notte sinonimo di grande divertimento,un posto dove passare in allegria la lunga notte di Soverato,per una sorta di incanto il Marechiaro rinasce dalle sue ceneri come il Bennu, spesso nota anche con l'epiteto di Araba Fenice, era un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Gli antichi egizi furono i primi a parlare del Bennu che poi nelle leggende greche divenne la Fenice. Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa e una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco —. In Egitto era solitamente raffigurata con la corona Atef .
Articolo e foto di Gianni Romano

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